Lavoro, il futuro dei giovani sembra essere l’agroalimentare. Secondo una recente ricerca condotta da Coldiretti, 1 studente su 4 punta sul cibo, complici probabilmente le recenti semplificazioni che facilitano le assunzioni congiunte da parte di più imprese agricole, adottando il concetto di “job sharing”. Brevemente, il termine Job Sharing indica un tipo di contratto di lavoro atipico caratterizzato dalla condivisione dell’attività lavorativa tra due o più soggetti. I soggetti che si dividono un impiego full time e che “collaborano” al rapporto definito Job Sharing sono di solito due, mentre le fasce orarie lavorative sono due o più di due.
Ma la novità più importante, giunta proprio con il decreto firmato il 14 gennaio 2014 dal Ministro del Lavoro Giovannini, riguarda i soggetti e le modalità del “contratto di rete” con cui le imprese agricole potranno procedere ad assunzioni congiunte di lavoratori dipendenti, attuando appunto il job sharing. Il “contratto di rete” è frutto del “Pacchetto occupazione” varato dal governo a giugno 2013. Ma chi potrà utilizzarlo? Secondo l’attuale normativa le imprese agricole, anche in forma cooperativa, che appartengono allo stesso gruppo di impresa o che sono riconducibili allo stesso proprietario o a soggetti diversi legati da vincolo di parentela o affinità entro il terzo grado.
Secondo il decreto i relativi adempimenti possono essere effettuate da un unico soggetto per l’intero gruppo: dall’impresa capogruppo, per i gruppi di impresa e per le imprese legate tra loro da contratti di rete. Oppure dal proprietario: per le imprese riconducibili allo stesso proprietario.
Da un’analisi Coldiretti il 23 per cento degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali, hanno scelto per il 2013/2014 un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia. La tendenza è spinta dal fatto che si intravede, per questi settori, una prospettiva di sviluppo positivo per il futuro.
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