Ancora una stangata fiscale per chi ha necessità di dover licenziare una collaboratrice domestica. La riforma Fornero ha stabilito l’introduzione della nuova tassa sul liceziamento, in vigore già dal 1 Gennaio, è una spesa in più che dovranno affrontare le famiglie che hanno bisogno di questa figura in casa. Per ogni anno di lavoro, si dovrà versare 483,80 euro, fino ad un massimo di tre anni per un importo pari a 1.451,40 euro.
Un ulteriore e psante contributo a carico dei datori di lavoro,
da versare all’INPS, questi soldi dovrano servire per finanziare l’Aspi (assicurazione sociale per l’impiego), in sostituzone all’indennità di disoccupazione.
I dubbi sull’efficacia del provvedimento sono tanti, l’attuale legge sul lavoro non fa distinzioni, una badante che assiste una persona anziana non può pagare le stesse tasse di un dipendete ben retribuito, il contributo poi, è previsto per tutti i lavoratori a tempo indeterminato, anche per i licenziamenti per giusta causa.
Poichè per la maggior parte si tratta di persone straniere, per loro essere assunti a tempo indeterminato significa poter ottenere il permesso di soggiorno, ma con questo contributo in più, si rischia
di enalizzare la categoria, costringendo, per ovviare il pagamento di ricorrere ad una soluzione consensuale del rapporto di lavoro. Per tutti i datori di lavoro quindi, la quota annua da versare sarà del 41% del massimale dell’Aspi, 1.180, tutto questo non quadra, soprattutto perchè una badande non è detto che lavori 8 ore al giorno, o tutti i giorni, la riforma sarà sicuramente
una causa ulteriore per favorire il lavoro nero e la clandestinità.